Politica



Io mi ritengo un Anarchico di stile Gandhiano : credo che sia la visione che offre la massima forma di libertà per una vita sociale.
Il massimo rispetto per l’individuo e totale responsabilità per il benessere della comunità.
Attraverso una forma di governo a democrazia diretta si compie una gestione che ha come fine ultimo la soddisfazione e il benessere dell’ intera comunità sociale. Abolizione dell’ideologia del profitto di pochi, del “vita mia morte tua”, della speculazione finanziaria del capitale, a vantaggio di un economia dove l’unica competizione è la realizzazione maggiore di soluzioni per il bene della comunità. Con pieno rispetto della libera scelta, della individualità e della proprietà.
"Il governo sull'uomo da parte dell'uomo è la schiavitù"
vogliamo dunque abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, vogliamo che gli uomini affratellati da una solidarietà cosciente e voluta cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza.
E per raggiungere questo scopo supremo crediamo necessario che i mezzi di produzione e la conoscenza siano a disposizione di tutti, e che nessun uomo, o gruppo di uomini possa obbligare gli altri a sottostare alla sua volontà né esercitare la sua influenza altrimenti che con la forza della ragione e dell'esempio.
L'anarchia : (dal greco antico: ἀν-ἀρχή, (dal greco antico, ἀν, assenza + ἀρχός, leader o governatore) è l'organizzazione societaria basata sull'idea libertaria di un ordine fondato sull'autonomia e la libertà degli individui, contrapposto ad ogni forma di potere costituito compreso quello statale[2].
L'annullamento del potere dello Stato non implica l'annullamento dell'organizzazione sociale, implica l'evoluzione verso una società non gerarchica, implica una condivisione del valore del bene sociale dove le attività perseguono e realizzano tale valore in coscienza, responsabilità e onestà.

Questa frase ne offre una scena :

« Non c'è più uno Stato, non c'è più un potere centrale superiore ai gruppi che impongano la loro autorità; c'è solo la forza collettiva risultante dalla federazione" e poiché non esiste più lo Stato centralizzato e "i comuni godono della pienezza della loro indipendenza, c'è la vera anarchia. »

(M. Bakunin, La Commune de Paris et la notion d'État, 1871, edito 1878 col periodico anarchico Le Travailleur'.)


Anarchia a indirizzo Gandhiano

« Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. »
(Mahatma Gandhi[1])

L’individuo deve essere il cambiamento che vuole vedere nel mondo. La libertà si completa con il creare il benessere sociale.
Ci vuole una trasformazione nei cuori e nell’intelletto della gente per essere questi valori e realizzarli


La parola satyagraha significa "forza della verità" e deriva dai termini in sanscrito satya (verità), la cui radice sat significa "Essere", e Agraha (fermezza, forza).
Il compito del satyagrahi, cioè del rivoluzionario non-violento, è proprio quello di combattere la himsa – la violenza, il male, l'ingiustizia – nella vita sociale e politica, per realizzare la Verità. Egli dà prova di essere dalla parte della giustizia mostrando come la sua superiorità morale gli permetta di soffrire e ad affrontare la morte in nome della Verità.
L'ingiusto infatti afferma i suoi interessi egoistici con la violenza, cioè procurando sofferenza ai suoi avversari e, nello stesso tempo, provvedendosi dei mezzi (le armi) per difendersi dalle sofferenze che i suoi avversari possono causargli. La sua debolezza morale lo costringe ad adottare mezzi violenti per affermarsi. Il giusto, invece, dimostra, con la sua sfida basata sulla nonviolenza (ahimsa) che la verità è qualcosa che sta molto al di sopra del suo interesse individuale, qualcosa di talmente grande e importante da spingerlo a mettere da parte l'istintiva paura della sofferenza e della morte.
Per verità si intendono molte cose ma qui viene interpretata non come la rivelazione di fatti realmente accaduti, ma come le azioni intraprese per ottenere quel risultato che realmente crea il benessere della comunità.




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